10 Apr Il conflitto da fuori a dentro. Il cammino dell’uomo.
Un breve stralcio da questo piccolo capolavoro di Martin Buber, filosofo e pedagogista del ‘900:
“Bisogna che l’uomo si renda conto innanzitutto lui stesso che le situazioni conflittuali che l’oppongono agli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali presenti nella sua anima, e che quindi deve sforzarsi di superare il proprio conflitto interiore per potersi così rivolgere ai suoi simili da uomo trasformato, pacificato, e allacciare con loro relazioni nuove, trasformate”
Il lavoro sulle conflittualità interne è uno dei capisaldi in un percorso di psicoterapia della Gestalt. Ogni seduta è una palestra in cui fare esperienza di come il conflitto che la persona vive in una determinata relazione sia specchio di un conflitto fra differenti parti di sé che hanno bisogni e desideri contrastanti. Il lavoro consiste nell’osservare come si manifesta il conflitto interiore, conoscerlo, vedere dove sono i punti critici e trovare strategie efficaci che rispettino la propria autenticità.
Faccio un esempio molto semplice. Per lavorare sulla paura di essere giudicati dagli altri, molto spesso, si finisce per dialogare con una parte interna di noi estremamente giudicante, che ha opinioni severe su come debbano essere fatte le cose e su come ci dobbiamo presentare agli altri. E’ importante conoscere e familiarizzare col proprio giudice interno, sapere cosa vuole e di cosa ha bisogno. Ogni persona poi trova la propria ricetta per calmare e pacificare la relazione fra sé e il giudice, fino ad iniziare a muoversi nel mondo con maggiore libertà.
Sciogliendo un nodo interiore alla volta gradualmente si modifica il nostro modo di osservare le relazioni e anche il nostro modo di comportarsi. Proprio come scrive Buber, da una trasformazione interna si arriva ad una trasformazione esterna.
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